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Savona, 19 gennaio – Di seguito la posizione del vicesindaco di Savona, Elisa Di Padova, che ha anche la delega alle Politiche Educative della città.

 

Siamo di fronte all'ennesimo esempio di una Regione che non ascolta i territori e impone senza conoscere, per di più sembra farlo solo per regolamento di conti all'interno del centrodestra nella più miope logica di posizionamento politico. Il tutto in un quadro in cui il Governo continua a compiere scelte che penalizzano la scuola, tagliando invece di investire.

L'indicazione dell'Assessore regionale a proposito dell'accorpamento di Carcare e il successivo emendamento che riguarda Savona (entrambi neanche lontanamente condivisi con l'Ente Provincia, il nostro territorio e, soprattutto, le scuole) sono scelte incomprensibili e offensive verso gli enti territoriali.

I presidi non coinvolti, leggono dai giornali. La Scuola non è fatta di pedine di cui si può disporre a piacimento.

Come condiviso con la Provincia abbiamo dato la nostra disponibilità ad affrontare questa vicenda con uno spirito unitario e comprensoriale, che tuteli il territorio e le progettualità in un settore così importante e strategico come è la scuola. Per questo qualche giorno fa abbiamo scritto al Presidente Olivieri con il quale condividiamo il pensiero che non ci sia spazio nel nostro territorio per ulteriori accorpamenti nell'anno scolastico 24-25. E su questo la Provincia aveva ricevuto una rassicurazione scritta da parte della Regione.


Un conto è un piano di dimensionamento che preveda la riorganizzazione di alcuni Istituti, tenendo conto non solo dei numeri, ma anche della qualità dei contenuti, degli insegnamenti, della tipologia della popolazione scolastica, della programmazione dell'offerta formativa. Altra cosa è un approccio ragionieristico che cerchi soltanto di far tornare i numeri con provvedimenti tampone che non tengono conto delle esigenze e delle peculiarità delle scuole.

E questo vale per la sciagurata proposta di Carcare, ma anche per l'altra ipotesi, ultima in ordine di tempo, che riguarda il Mazzini Da Vinci con il Boselli Alberti (entrambi già frutto di accorpamenti precedenti), di cui anche i relativi dirigenti non sapevano assolutamente nulla. Una scuola monstre che, senza alcun progetto condiviso, unirebbe indirizzi tecnici con professionali, che si ritroverebbe ad essere dislocata in 4 plessi diversi, con numeri in costante variazione, anche a causa dei movimenti legati ai fenomeni di dispersione scolastica, una scuola che avrebbe una varietà di studenti molto difficile da gestire anche rispetto alle diverse fragilità, alle aspettative, alle progettualità da attivare e con entrambi progetti PNRR specifici da portare avanti.

 

Tutto questo a iscrizioni iniziate, dopo tutta l'attività di orientamento fatta e gli open day con i ragazzi e le famiglie. E' vero, si dice, le aule, i professori, i corsi resteranno - per il momento - ma sarà compromesso il ruolo di regia, di efficacia, di funzionalità rispetto alle scuole e il rischio concreto è di un inevitabile indebolimento, perché i Dirigenti scolastici sono assolutamente rilevanti ai fini della didattica, ma pare che nessuno abbia più il coraggio di dirlo. Chi oggi propone sulla carta gli accorpamenti conosce la quantità e la qualità dei corsi dei singoli istituti, ne conosce le problematiche?


Il pasticcio regionale e il teatrino fatto solo di riposizionamenti politici che invece si sta consumando in questi giorni è inaccettabile, squalificante. Non bisognerebbe mai dimenticare che la responsabilità della politica è nelle azioni che ricadono sui nostri territori e in questo caso, sui nostri ragazzi e sulla qualità generale della nostra scuola e quindi di tutti i cittadini”.

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