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chi contattare in Comune:  U.O. Biblioteca

 

Il primo nucleo della Biblioteca si costituì intorno alla metà dell’Ottocento grazie ad importanti e preziose donazioni di oltre 4.000 opere da parte di facoltose famiglie ed eruditi savonesi (tra cui Mons. Agostino De Mari), reso prezioso dalla presenza di manoscritti come gli autografi del Chiabrera, la Divina Commedia su pergamena con miniature in rosso ed oro conosciuta come "Codice Sansoni" datata al XIV secolo con il commento di Jacopo della Lana, un "Graduale" attribuito al secolo XIII, sempre in pergamena, con miniature in rosso e notazioni musicali o, ancora, il "Codice Gerolimino" con dedica autografa di Carlo VIII re di Francia.

Tra gli "incunaboli" (così sono chiamati i libri stampati prima del 31 dicembre 1500) sono da segnalare il "De consolatione philosophiae" di Severino Boezio in un esemplare stampato a Savona nel 1474 da Giovanni Bono, la "Divina Commedia " con il commento del Landino stampata a Brescia nel 1487 (una delle prime copie a stampa dell’opera dantesca), ed alcune rare edizioni di classici latini. Tra le opere più preziose sono da segnalare ancora il "Compendium theologicae veritatis" di Sant’Alberto Magno stampato a Venezia nel 1483, la "Fonte di Charità" di Giovanni Bernardo Forte (Milano, 1497) e, forse unico esemplare conservatosi, le "Regulae" di Sthephanus Masparrautha stampato a Pamplona nel 1492.

Per i secoli XVI e XVII troviamo le convenzioni tra Genova e Savona, la "Polyanthea" di Domenico Nano, opera a carattere enciclopedico stampata in caratteri greci e latini da Francesco Silva nel 1503 e le opere del Chiabrera pubblicate a Genova dal tipografo e amico Giuseppe Pavoni.

Alcune opere conservate nella Biblioteca savonese rivestono un particolare valore per le incisioni di cui sono ornati i frontespizi, come quella in cui sono riportate le Leggi delle Compere di San Giorgio raffigurante il Santo nell'atto di uccidere il drago o l'illustrazione allegorica, opera dell’olandese Bloemert, che precede l’opera di Gio. Bernardo Veneroso dal titolo "Il genio ligure risvegliato" che tratta le antiche glorie liguri.

A partire dalla fine del 2020, grazie ad un contributo della Fondazione De Mari che ha cofinanziato il progetto, è stato avviato un lavoro di recupero informatizzato delle schede catalografiche cartacee, che dovrebbe riguardare tutte le cinquecentine ed un inizio delle seicentine.

Tutte le opere conservate nel fondo antico, così come le raccolte di giornali savonesi che risalgono alla metà dell’Ottocento e costituiscono un’insostituibile fonte di documentazione storica locale, sono consultabili con particolari cautele e previa autorizzazione.

 

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