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Pinacoteca Civica e Museo Pertini Cuneo aderiscono alla campagna del Ministero della Cultura "La Cultura unisce il Mondo", che invita gli istituti e i luoghi di cultura italiani a condividere le immagini di beni del patrimonio nazionale che denunciano gli orrori della guerra o, al contrario, esaltano gli effetti benefici della pace, esprimendo così piena e incondizionata solidarietà all'Ucraina nel conflitto che la sta coinvolgendo.



Pinacoteca civica - Palazzo Gavotti
Agenore Fabbri (Quarrata, Pistoia 1911 - Savona 1998),  "Cavallo colpito" del 1978.
La scultura in bronzo fusa in pezzo unico è visibile all'interno del percorso della Pinacoteca Civica. L'incisiva espressività tipica del lavoro di Fabbri emerge chiaramente in questo lavoro, che dimostra in maniera incontrovertibile le sofferenze e il dolore causati da tutti i tipi di conflitto.

scultura in bronzo Cavallo colpito di Agenore Fabbri

Fabbri aveva vissuto in prima persona la terribile esperienza della guerra, rimanendone profondamente segnato e denunciandone gli effetti nei suoi lavori carichi di drammatica espressività, sia riguardanti la figura umana sia, come in questo caso, il mondo animale.
#cultureunitestheworld
#museumsagainstwar


Il Museo Sandro Pertini e Renata Cuneo aderisce alla campagna del Ministero della Cultura "La Cultura unisce il Mondo", che invita gli istituti e i luoghi di cultura italiani a condividere le immagini di beni del patrimonio nazionale che denunciano gli orrori della guerra o, al contrario, esaltano gli effetti benefici della pace, esprimendo così piena e incondizionata solidarietà all'Ucraina nel conflitto che la sta coinvolgendo.

Museo Sandro Pertini e Renata Cuneo - Priamàr
Marino Mazzacurati (San Venanzio di Galliera 1907 - Parma 1969), "Violenza", un disegno a china su carta risalente al 1944. L'artista faceva parte di quella che Roberto Longhi chiamò "Scuola di Via Cavour", eterogeneo gruppo di artisti attivi a Roma tra la fine degli anni Venti e la metà degli anni Quaranta.

"Violenza" disegno a china

Il disegno a china, che appartenne alla collezione di Sandro Pertini, faceva parte di una serie di lavori  intitolata  "Massacri", realizzati nel corso degli ultimi anni della Seconda Guerra Mondiale, durante i quali Mazzacurati dava rifugio nella sua casa romana ad antifascisti costretti alla clandestinità, organizzando e ospitando riunioni.
In "Violenza" possiamo riscontrare la denuncia contro la guerra che Mazzacurati delinea rielaborando la lezione di artisti che avevano già affrontato questo tema, come ad esempio il tedesco Otto Dix o Pablo Picasso, di cui sono ravvisabili dei riferimenti a "Guernica". Il terribile dettaglio del bambino ucciso, infine, ci dà la tremenda visione di una moderna strage degli innocenti, dandoci una straziante consapevolezza della storia che si ripete.
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